Con la realizzazione di questo blog
ho cercato di condurre i miei lettori attraverso un percorso interdisciplinare
che permettesse di sviscerare il termine “comprimere” sotto ogni punto di
vista. Ho cominciato con una parentesi sull’etimologia e sull’origine del verbo, mettendo in evidenza come attualmente il
vocabolo rientri nel campo semantico della fisica classica e dell’informatica, per rivolgere poi la nostra
attenzione a come la “compressione” si sia intrecciata con le epoche della
storia. Una delle prime applicazioni del concetto fisico, durante l’Era dei
metalli, è stato il mantice con il quale venivano ravvivate le
fiamme, con un balzo temporale di circa cinquemila anni, all’epoca romana,
compaiono i primi torchi per la spremitura delle uve, la cui
tecnologia viene migliorata fino alla fine del Medioevo. In epoche più
“recenti”, Seicento e Settecento, la “compressione” è stata anche sfruttata
nella medicina come forma primordiale di anestesia, agendo meccanicamente su alcune
aree del sistema nervoso, oppure anche come soluzione alle crisi isteriche nel campo psicologico. Nel
Novecento, invece, particolarmente interessante è stata l’adozione del motore diesel, alternativo al motore benzina, che
soltanto della seconda metà del secolo fu perfezionato per essere montato su
larga scala su autovetture. In tale modello la fase di “compressione” della
camera di combustione, risulta fondamentale, in quanto produce un’esplosione
spontanea. Sino ad arrivare ai giorni nostri, in cui la “compressione” è uno
dei sintomi del Covid-19, un evento che segnerà
inevitabilmente gli anni a venire.
In seguito a quest’analisi
storiografica vi ho presentato aspetti più prettamente umanistici come la
letteratura in prosa ed in rima, notando come la “compressione” sia
un ottimo mezzo metaforico per gli autori. Non è stata poi tralasciata la vena
artistica che deve essere una delle molteplici virtù di un buon ingegnere.
Quindi dapprima mi sono cimentato nella produzione di un’immagine che, secondo me, al meglio portasse alla mente dello
spettatore il concetto di “zip” di un file dati, ovvero la sua compressione.
Successivamente ho riportato le sculture di Baldaccini, il quale riteneva che la
compressione di un metallo esprimesse tutta la potenza dell’industria moderna.
Non ho dimenticato la presenza del nostro verbo nella cinematografia, sia in
scene più drammatiche, come nel caso di “007-Vendetta privata”, sia in pellicole per tutta la
famiglia come “Ant-Man”, in cui il supereroe è una figura mitologica contemporanea. Rimanendo nel
settore delle arti visive in termini di comunicazione, ho dedicato un post alla
pubblicità di un prodotto che sfrutta la
compressione, ovvero le calze graduate.
Infine ho trattato la “compressione”
in termini di innovazione tecnologica descrivendo alcune specifiche dell’acciaio e presentando un brevetto recentemente depositato, la cui
realizzazione ridurrebbe drasticamente l’impatto ambientale dei motori
endotermici, in quanto caratterizzato da compressione variabile.
In quanto studente di ingegneria ho
tentato io stesso di ideare a livello teorico un progetto che, se effettivamente
realizzabile, cambierebbe la nostra società e del quale è già pronto un abbozzo
di volantino promozionale. Un post slegato ad un
materia specifica, ma ugualmente interessante, è stata la storia della tragedia
che colpì Andrea Soldi, morto per shock da compressione. Vorrei ricordare a tutti i miei lettori che
una linea logica alternativa che collega i macro-argomenti trattati nel blog è
schematizzata in una mappa concettuale pubblicata
nell’articolo precedente a questo, inoltre per chi fosse interessato ad ulteriori
approfondimenti ho stilato una lista di parole connesse al tema centrale.